lunedì 4 aprile 2011

Cesare Cremonini tra Twitter, Heineken Jammin' Festival e Pupi Avati

E' un periodo intenso per Cesare Cremonini: reduce dal successo dei singoli 'Mondo' ed 'Hello', il cantante bolognese si è preso una pausa dalla musica per recitare nel nuovo film di Pupi Avati, "Il cuore grande delle ragazze". Tornerà alla musica il 9 giugno, quando si esibirà all'Heineken Jammin' Festival a Venezia.
Tutto questo - compreso l'annuncio in anteprima della partecipazione al Festival - Cesare lo ha raccontato e lo racconta in diretta su Twitter ogni giorno: è uno dei cantanti italiani più attivi sul social network, forse il più appassionato assieme Jovanotti, con cui spesso dialoga in diretta attraverso il servizio di micro-blogging.
Lo abbiamo raggiunto al telefono a Roma, dove Cesare era andato a salutare la troupe dopo la fine delle riprese del film, per farci spiegare la sua passione per Twitter: 'Non ho scelto di usarlo in un modo promozionale', ci dice subito. 'Ovviamente spesso scrivo cose che riguardano la mia vita di musicista. Ma quello che mi piace raccontare su Twitter è l'entusiasmo di quando mi accadono delle cose, le emozioni che provo. Le emozioni sono il mio linguaggio: Twitter non è equivalente alle canzoni, ma è comunque un'altra forma di comunicazione'. Quando gli si fa notare che i suoi colleghi anglosassoni hanno capito l'importanza di Twitter come strumento di marketing, Cesare spiega: 'E' una linea sottile quella che divide la condivisione di un'emozione con il ritorno professionale che ti può far avere. E' un'incoerenza che fa parte a priori del mio mestiere. Ma alla fine l'esigenza di comunicare è comunque qualcosa di personale.  Anche dietro le mie canzoni ci sono le emozioni, ma è anche la condivisione che rende quello che faccio una professione'.
Cesare poi ci spiega che preferisce Twitter a social network più di massa come Facebook: 'Mi piace il fatto che sia un microblogging dedicato al pensiero, non alla vita privata, al vanto o all'apparire, che è un virus che ha un po' invaso gli altri network. Soprattutto, Twitter non è invasivo: decidi tu cosa dire e far vedere. Poi io lo uso come un motore di ricerca, nel senso che cerco notizie e persone, e così facendo si può arrivare vicino a chi la notizia l'ha vissuta, non solo a chi la racconta. Il giornalismo di oggi va filtrato, mentre Twitter ti permette spesso di arrivare a chi vive gli eventi'.
A proposito di eventi ed emozioni, Cesare non stava più nella pelle per la notizia della sua partecipazione all'Heineken Jammin' Festival, tanto da annunciarla su Twitter, assieme a quella dei Beady Eye, prima ancora della comunicazione ufficiale, diventando a sua volta una fonte per diversi siti: 'In realtà è una notizia che avevo notato tramite Internet, ma ovviamente non era una cosa ancora confermata. Ma questo va a dimostrazione di quanto Twitter sia più vicino alla realtà di quanto in se la notizia giornalistica possa essere', sottolinea.
Gli chiediamo allora se gli è mai capitato di scrivere cose di cui poi si è pentito, almeno in parte. 'Mi sto accorgendo ora che è una lavagna accessibile a tutti', racconta Cesare. 'Mi è capitato di scrivere dei Tweet commentando il programma di un candidato sindaco a Bologna, sottolineandone una gaffe e il candidato mi ha risposto via Twitter. Ma siamo un po' schiavi dei pregiudizi imposti da ruoli, e una delle cose belle di Twitter è che pone l'attenzione sulla conoscenza, al di là dei ruoli. Non puoi dilungarti in retoriche, devi dare una tua piccola verità in poco tempo, e questo, in un mondo corrotto dal pregiudizio è una bella cosa'.
Le ultime battute della chiacchierata sono per il film di Pupi Avati, "Il cuore grande delle ragazze": sull'esperienza del fare l'attore Cesare ha twittato spesso in queste settimane: 'Sono a Roma a salutare la troupe perché un film ti impone un'enorme quantità di emozioni  e di scambi con le persone in poco tempo', spiega, entusiasta ed emozionato. 'Quando giri un film, c'è la necessità di trovare un'alchimia tra tutti, non come nella mia vita di cantautore dove hai momenti di solitudine creativa. No, un film o lo fai tutti assieme o non lo fai. Anche l'ultima comparsa è fondamentale. Si vive un'esperienza compressa ed intensissima".

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