mercoledì 4 maggio 2011

Concerto del Primo Maggio, Roma: la prima parte dello show

Inizia puntualissima l'edizione 2011 del concerto del Primo Maggio in Piazza San Giovanni, a Roma: a scaldare la platea, prima dell'ingresso sul palco di Eugenio Finardi, che con una versione rock dell'Inno di Mameli (che, per la verità, ripete per tre volte la prima strofa, quella più celebre, che non mette in imbarazzo nessuno), ci pensano i Bandervish, seguiti dal breve set elettro-acustico della giovane Erica Mou e dal rock energico degli Autoreverse, che - da romani veraci - giocano in casa, e Enrico Capuano. Poi, appunto, inizia lo show vero e proprio. Finardi parte piano ma poi comprime in un set di poco più di un quarto d'ora versioni molto aggressive (e "medleyzzate") di "F104", "La radio", "Mojo philtre" e l'immancabile "Extraterrestre": segue Luca Barbarossa, che sfodera i due classici "Aspettavamo il 2000" e "Non mi stanco mai", prima di essere raggiunto sul palco da Marcoré, col quale esegue una parodia di "Felicità" di Al Bano e Romina che diventa "Immunità" (indovinate un po' rivolta a chi?). E mentre il presentatore si produce in una divertente parodia di Antonio Di Pietro (e chi, sennò?) salgono sul palco i Modena City Ramblers, veri e propri veterani della manifestazione, che con "100 passi" e "Altr'Italia" infammano la piazza, che esplode letteralmente quando - complice Marcoré - sulle note di "Giovinezza" ("Per par condicio") deflagra l'attacco di "Bella ciao". Giuliano Palma e Nina Zilli riportano un po' di pop sul palco del concertone, precedendo sulle assi Edoardo Bennato: si, saranno anche solo canzonette (arrangiate molto all'americana, con gran spreco di pedal steel e chitarre, distorte e non), ma "L'isola che non c'è", "Italiani" e "Rinnegato" scatenano singalong a grappoli.

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