mercoledì 16 marzo 2011

Patrizia Laquidara: estratti dal nuovo album nel club tour 'Cento sottane'

Si terrà il prossimo venerdì 18 marzo, presso la Salumeria della musica di Milano, la presentazione di "Il canto dell'Anguana", l'ultimo album di Patrizia Laquidara, già in vendita dal 2 marzo scorso. Durante la serata la cantante catanese - ma vicentina d'adozione - darà il via al suo club tour, battezzato "Cento sottane", indirizzato soprattutto alle donne e al mondo femminile in generale. L'artista offrirà al pubblico un repertorio di brani tratti dai suoi precedenti dischi ("Indirizzo portoghese" del 2003 e "Funambola" del 2007) ai quali accosterà alcuni inediti estrapolati dall'ultimo lavoro discografico, che ha confessato di non aver ancora scelto. "Credo che l'improvvisazione guiderà lo spettacolo. Canterò anche alcune cover che non potrei portare in altri contesti, come per esempio una ninnananna cubana", ha dichiarato la musicista che, durante l'esibizione sul palco meneghino, sarà affiancata tra gli altri da Alfonso Sentimone e Federico Scettri, due dei più attivi esponenti della musica improvvisata italiana. Il nuovo progetto discografico della Laquidara, che ha richiesto due anni di lavorazione e al quale hanno collaborato gli Hotel Rif, è interamente cantato in dialetto altovicentino. La cantautrice siciliana, che da sempre ha condotto una ricerca nell'ambito di numerose tradizioni popolari italiane e non, ha spiegato il perché dell'esclusiva dedicata a quest'unico dialetto: "Ho sempre portato in giro musiche per lo più legate al mondo mediterraneo e molti conoscono solo la mia passione per la musica brasiliana. Ho sentito la necessità di concentrarmi su questa parlata che ho appreso sin dai primi anni di vita. 'Il canto dell'Anguana' ha rappresentato la mia esperienza più forte perché ho dovuto riflettere sulle mie radici, sulla mia identità. Proprio io che non mi sono mai sentita legata ad alcun luogo". L'ultimo disco dell'autrice infatti può essere considerato a tutti gli effetti come un omaggio alle terre altovicentine: l'Anguana è una figura leggendaria del Veneto (misteriosa creatura femminile dalle sembianze di donna-serpente) che appare nel titolo dell'album, ma anche nel brano "Nota d'anguana". Le voci delle Canterine del Feo, le cinque "gioiose settantenni che dal 1998 cantano insieme per tener in vita i loro canti tradizionali", ha spiegato la musicista, aprono il brano intitolato "La fumana". "Il canto dei battipali" - unica cover - è una versione riadattata di una musica originaria della laguna veneta. La decisione di non attingere dal repertorio canoro della tradizione comune, bensì di eseguire brani composti "ad hoc" per l'album (tutti i testi sono stati scritti dal poeta e scrittore Enio Sartori) è stata determinata da un desiderio dell'artista di guardare al futuro: "I dialetti sono una realtà in via d'estinzione. Riprenderli significa tornare alle origini, ma comporvi nuove canzoni significa concedere loro una possibilità per il futuro. Siamo partiti dalla parlata altovicentina, ma abbiamo  condotto un attento lavoro su melodie, suoni e  ritmi provenienti da diverse parti del mondo", ha spiegato Patrizia Laquidara, che ha concluso l'incontro dicendo: "Tutte le culture popolari sono meticce e molto mischiate tra di loro. Ma la gente non se ne rende conto".

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