lunedì 18 luglio 2011

Ligabue, Campovolo 2.0: la seconda parte del concerto

Si ricomincia con un classicissimo, "Marlon Brando è sempre lui", che scatena un singalong furibondo: era il 1990, e si prosegue con "I duri hanno due cuori" ("La vostra canzone preferita, che non sto a rispiegarvi di cosa parla perché sennò si rischia l'orchite", la introduce il Liga), anch'essa risalente a inizio anni Novanta (al '93, per la precisione, da "Sopravvissuti e sopravviventi"). Il tiro rimane alto, almeno fino a "Non è tempo per noi", che abbassa leggermente bpm e decibel con un'esecuzione elettro-acustica inframezzata dagli assoli di Max Cottafavi. Si riprende subito, però, con quello che - a giudicare dalla reazione del pubblico - è considerato uno dei pezzi forti irruninciabili della serata, "Balliamo sul mondo". Si torna immediatamente ad atmosfere più intimiste con la struggente "Il giorno di dolore che uno ha", dedicata all'amico giornalista scomparso Stefano Ronzani, che vede il rocker di Correggio abbandonare temporaneamente l'inseparabile Telecaster per farsi accompagnare solo da una chitarra acustica e da Mauro Pagani al bouzouki. Torna Maioli, che segnala - almeno agli occhi dei più attenti - il cambio di gruppo: si ripete il numero della slot machine, ed ecco apparire la Banda, che attacca "In pieno rock'n'roll", immediatamente seguita dalla potente "Vivo morto o X", proposta con un'intro alternativa rispetto all'incisione originale inclusa in "Buon compleanno Elvis". Si continua con "Viva", particolarmente azzeccata, che apre la strada al secondo inedito della serata, "Sotto borbardamento", sempre risalente all'epoca di "Buon compleanno Elvis" del 1995 ("Rimasta fuori da un album pieno di canzoni, 14 per la precisione. Parla di quando eravamo sotto assedio, perché bombardati da troppa informazione"). Intro elettrico con un poderoso riff di chitarra elettrica e ritmiche possenti, il brano si dimostra aggressivo pur non rinunciando ad un ritornello ("Parla più piano che non ti sento, sotto sotto sotto bormbardamento") orecchiabile, come nella migliore tradizione del rocker di Correggio. Siamo alla fine del secondo terzo del concerto, e il pubblico, adesso, si aspetta il gran finale...

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